mercoledì 3 settembre 2008

Disco del mese: "Conor Oberst" (Merge Records)


Ed eccoci di nuovo qui, dopo un bel pò di tempo trascorso "altrove".
Altrove con la testa, con i piedi e con l'anima, mi verrebbe da dire. Non è ancora terminata la stagione dei concerti estivi che già si pensa a ciò che ci riserverà l'autunno: gli Okkervil River, ad esempio. O gli of Montreal. E' invece già uscito il "nuovo" (preceduto in realtà da alcune cassettine incise negli anni Novanta) album a nome Conor Oberst. Sull'omonimo disco (Merge) il genietto di Omaha si fa accompagnare dalla sedicente Mystic Valley Band, che annovera, tra gli altri, i "soliti" Nate Walcott e Jason Boesel, già turnisti nei Bright Eyes (Boesel è inoltre il batterista dei Rilo Kiley, Dio li benedica). Dopo un paio di show natalizi di rodaggio a Minneapolis, ecco dunque il prodotto ultimato, in verità accreditato al solito Oberst (ma se pensiamo ai Bright Eyes..): un discone. Le tenmtazioni Dylaniane non abbandonano il Nostro, ma gli spunti nuovi sono abbondanti, basti pensare alle movimentate "NYC-Gone, Gone, Gone" (sorta di moderna quadriglia elettrificata) o a "I Don't Want To Die (In The Hospital)", ad esempio. E' dunque comprovato che il ragazzo abbia ancora molto da dire (e da farci ascoltare).

sabato 12 luglio 2008

"Eravamo già morti ancor prima che la nave affondasse".

Due punti programmatici, in questo post.
Il primo, è che inaspettatamente "Perfect Sound Forever" ha già trovato una collocazione precisa nel palinsesto di Radio Sherwood: ogni giovedì dalle 15.00 alle 16.00, mentre durante il resto della settimana è prevista qualche altra mia interruzione variabile. Ci saranno alcune puntate "monografiche": ne sto preparando riguardo i Pavement, la Sub Pop, la Polyvinyl ed altri artisti ed etichette assortiti/e.
Secondo punto.
Questa sera a Ferrara suoneranno i Cribs (ne ho già parlato in passato qui) ed i Franz Ferdinand (anche questo l'ho già detto). Sarà un'ottima serata, vista la splendida cornice di Piazza Castello e la qualità live delle bands che saliranno sul palco. Personalmente, sono alquanto ansioso di godermi i rispettivi shows. Ci vediamo lì.

PS: prego con tutte le mie forze ormai da mesi per riuscire a vedere su quel palco Johnny Marr, ormai da qualche mese membro aggiunto della banda Jarman. I suoi impegni con i Modest Mouse -e questo spiega il titolo del post- di spalla ai R.E.M. nel tour statunitense sono ormai finiti, perciò le probabilità sono buone. Non ci resta che pregare (o sperare, in caso di atei).

giovedì 10 luglio 2008

Perfect Sound Forever.

Finalmente, dopo un pò di apprendistato, posso dare la buona notizia: oggi pomeriggio è infatti iniziata, in maniera ufficiale, "Perfect Sound Forever", un'oretta tutta a base di ottimo indie (rock, pop e chi più ne ha più ne metta) transoceanico, ma non solo, in onda su Radio Sherwood (www.sherwood.it). Il nome, lo saprete, deriva dal secondo EP dei Pavement, mentre la sigla è "Billie", tratta sempre da un disco dei Nostri, ovvero "Terror Twilight". L'appuntamento varia durante la settimana senza uno schema preciso almeno fino a settembre: ma per chi volesse passare un pomeriggio in compagnia di un pò di buona musica il consiglio è quello di restare sintonizzati!

giovedì 3 luglio 2008

It's a mad (bachelite) world.

Segnalo, a chiunque fosse interessato, il concerto degli Offlaga Disco Pax di domani sera, da tenersi presso il parcheggio nord dello Stadio Euganeo di Padova (c/o Sherwood Festival). L'ingresso è ad offerta libera a partire da un euro. Support act per l'occasione sarà il ventiquattrenne Vasco Brondi, in arte Le Luci Della Centrale Elettrica, che in questi tempi sta facendo parlare di sè non poco con il debutto "Canzoni Da Spiaggia Deturpata", addirittura visto da alcuni come la salvezza della nuova canzone d'autore italiana. Staremo a vedere, nel frattempo godiamoci il nuovo disco di Adem, "Takes", chè le cose belle arrivano sempre quando meno le si aspetta.

mercoledì 2 luglio 2008

Summer's finally here.

Bene, finalmente l'estate è arrivata. Dopo un clima alquanto incerto, la situazione sembra essersi stabilizzata, e tutto è pronto per un lungo periodo di meritata vacanza inframmezzato da numerosi concerti. Dal canto mio, già dalla fine di maggio ho avuto modo di assistere ad un bel pò di show interessanti: i Six Organs Of Admittance ed il loro psych folk dalle tinte suggestive e rumoristiche, i Liars ed il loro caotico e spastico noise ballabile, sempre straordinariamente epilettici, e, all'interno dell'ottimo (e gratuito) Summer Student Fest, gli Evangelicals (di cui parlo già esaustivamente in altra sede), i grandissimi Trans Am ed un paio di ottime scoperte, Matt Elliott e gli Octopus Project. Dall'inizio di giugno lavoro presso l'emittente indipendente Radio Sherwood (il link lo trovate a lato): non ho ancora un programma fisso, ma vi può capitare, in streaming o alla radio, di "beccarmi" a mettere dischi vari (per la cronaca, i più gettonati al momento sono gli Why? ed i Canadians, colti live con Disco Drive e Zen Circus l'altra sera: il volto eroico dell'indie italiano è tutto qui, se vogliamo). Sul fronte concertistico, la mia attività proseguirà senz'altro con Franz Ferdinand ed Interpol/dEUS per il Bands Apart di Ferrara (rispettivamente il 12 e 15 luglio), e con l'accoppiata REM/Editors ad Udine, il 24 luglio. Per il resto, speriamo bene....

venerdì 6 giugno 2008

the farewell: an Organ tribute.


Domani sarà l'anniversario dello scioglimento delle Organ, quintetto canadese tutto al femminile che in vita ha realizzato un unico album, "Grab That Gun". Fosse soltanto per l'etichetta, la Too Pure, già si tratterebbe di un errore madornale non ascoltarlo. Se poi si aggiunge a ciò anche il fatto che in questi undici pezzi batte un cuore solitario e malinconico fatto di tastiere eteree, ritmica fissa e pennellate di chitarra degne del migliore Johnny Marr il gioco è fatto. Un titolo come "No One Has Ever Looked So Dead", poi, parla da solo. Nei solchi di questo lavoro scorre un'urgenza tragica e giovanilistica tutta mancuniana, con un'appendice nella Montreal di Stills ed Arcade Fire. La voce della cantante Katie Sketch ricorda molto quella di Ian Curtis, ma declinata in tonalità femminili. E il freddo di Vancouver si avverte tutto, e spira un pò addosso anche a noi.

Ci mancate, ragazze.
http://www.theorgan.ca

giovedì 5 giugno 2008

Intervista: Evangelicals


Gli Evangelicals (da Norman, Oklahoma) sono già, alla luce di due dischi soltanto, una delle grandi promesse della costellazione dell’indie americano, grazie ad un pastiche sonoro che assimila psichedelia, melodie rarefatte, cantato in falsetto, ed occasionali sfuriate chitarristiche. In occasione dell’uscita del nuovo, splendido “The Evening Descends”, i Nostri si sono esibiti anche a Padova all’interno dell’annuale festival “Summer Student Fest”. L’occasione si dimostra buona per porre qualche domanda ai ragazzi.

M: salve ragazzi, innanzitutto grazie per aver accettato questa breve intervista.
Austin, batteria: figurati, grazie a te!
Todd, chitarra e tastiere: è un piacere.

M: innanzitutto, come sta andando il tour europeo e dove avete suonato finora?
A: molto bene, ci stiamo divertendo molto. E’ la prima volta che ci troviamo nel Vecchio Continente e si sta rivelando un’esperienza unica.
T: ci siamo esibiti in Svezia, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia ed ovviamente qui da voi.
A: abbiamo avuto modo di fare quattro passi per la città oggi pomeriggio e devo dire che è molto carino qui.

M: Cosa mi dite delle origini della band? Quando e come vi siete formati?
A: ci siamo messi a suonare insieme circa tre anni e mezzo fa, ma Josh (voce e chitarra) componeva e registrava in solitudine già da un po’. Comunque, ci conoscevamo già tutti da tempo, fin dal liceo. Con l’uscita del secondo disco siamo stati raggiunti da Todd, con cui eravamo in contatto grazie ai molti contatti tra i musicisti dell’area di Norman.

M: di conseguenza mi viene da chiedervi: com’è la situazione musicale a Norman? Si può parlare di “scena”?
A: sicuramente sì, è tutto molto coeso ed unito, ci si aiuta il più possibile e questo fa bene a tutti.

E quali sono le vostre principali influenze musicali o perlomeno i vostri ascolti più frequenti? (domanda quantomai scontata, vi chiedo scusa)
A: Beh, direi Prince, Joni Mitchell….
Josh: Fleetwood Mac….
A: Marc Bolan…. In definitiva ascoltiamo davvero moltissima musica, ed è inevitabile che tutto ciò che ci piace influenzi in un modo o nell’altro il nostro sound.

M: E a proposito di questo, in molte recensioni siete stati paragonati ai vostri conterranei Flaming Lips. Cosa ne pensate, si tratta di un confronto che può reggere?
A: Senza dubbio, sono un’ottima band e mi considero un loro grande fan. Essere associati a loro mi fa piacere, è un’ottima cosa.

M: Siete stati spinti parecchio anche da Pitchfork, che ormai si può considerare una sorta di “Bibbia on-line della cultura indie”: cosa pensate in proposito?
A: E’ un sito fatto molto bene, e apprezziamo i loro pareri positivi su di noi, che ci permettono di farci conoscere in giro. Sono delle persone in gamba.

M: Avete in programma, finito il tour promozionale, qualche nuova uscita? Ci sono già dei pezzi pronti?
A: sì, abbiamo in pentola un nuovo disco, un singolone o forse un EP, di cinque o sei pezzi. Appena tornati a casa inizieremo a lavorarci.

M: dopo l’Europa, se non sbaglio, vi aspetta un tour americano. Avete già suonato a qualche festival?
A: sì, saremo in giro per gli Stati Uniti con i Frog Eyes e per le date conclusive anche con gli Shearwater, entrambe bands fenomenali. Si preannuncia come una cosa molto divertente!
T: all’inizio della primavera ci siamo esibiti al festival di Norman, mentre quest’estate saremo a Città del Messico.

Al termine dell’intervista discutiamo brevemente della scena indie americana dei giorni nostri. Todd mi chiede che altri gruppi si sono esibiti al festival prima di loro, e Josh domanda se ho già aggiunto il loro MySpace alla mia lista dei links, aggiungendo un fragoroso “cool!” dopo aver saputo il nome di questo blog. Mi salutano, già un po’ brilli, al grido di “American indie is better!” e dopo un’ora e mezza circa salgono sul palco (dopo gli opening di Gretel & Hansel e Don Vito e i Veleno) per un set di soli cinquanta minuti (bis incluso) che però sprigiona un’intensità ed una potenza rare, con un suono psichedelico e potente simile ad una colata lavica, con devastazione del palco finale. Dal vivo, il gruppo riesce a risultare molto più duro che su disco, ma altrettanto convincente, con pezzi originali e ben calibrati ed una presenza scenica ottimale, paragonabili in questo proprio ai Flaming Lips del quinquennio ‘83-’88. Senza dubbio tra qualche mese il loro nome sarà ancora più lanciato verso i lidi sacri della nuova musica statunitense. E i Nostri lo meritano appieno.